È appena passato il 2 giugno, festa della repubblica italiana. Un paese per il quale i nostri nonni, zii e genitori hanno combattuto, lavorato e dato la vita.
In questi giorni il parlamento italiano sta portando la ratifica per il trattato di Lisbona. Se vi doveste chiedere cosa sia questo trattato, sappiate che non è altro che un surrogato del vecchio tentativo di carta costituzionale europea.
Non so perchè, ma del trattato di Lisbona i tg non ne parlano molto approfonditamente (per non dire che non ne parlano affatto).
Comunque sia, il trattato di Lisbona è un accordo tra le varie nazioni europee delle quali, sedici l’hanno già ratificato. Le leggi europee sono al disopra di qualsiasi legge nazionale, dovesse trattarsi anche della stessa costituzione. In questo modo si va ad unificare il gruppo, rendendo la massa omogenea, appiattendo così le diversità dei singoli stati.
Il trattato di Lisbona entrerà in vigore il 1°gennaio 2009 (fatta eccezione se qualche stato membro dovesse essere in ritardo nella consegna della sua ratifica), quindi, mi prendo questo lasso di tempo per dire addio all’Italia, è sopravvissuta per più di sessant’anni ed ora è destinata a diventare uno stato (quasi) sovrano spodestato dai suoi stessi rappresentanti.
Domani 12/06/08, gli irlandesi andranno a votare il referendum pro o contro il trattato. Dai sondaggi che sono stati pubblicati i “si” (quelli favorevoli al trattato) sono la maggioranza, anche se i “no” nell’ultimo lasso di tempo sono riusciti a rimontare qualche punto.
In Italia un referendum per l’accettazione di questi accordi (una lista lunga più di 340pagine) non lo si potrebbe neanche fare, visto che la nostra costituzione dice “Non è ammesso il referendum per le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali.” (art.75).
Ma aggiungo io: sarebbe anche inutile, visto che i 3/4 della popolazione non sa neppure cos’è.
Inoltre per coloro che conoscono la teoria del “nuovo ordine mondiale”, questa notizia credo gli suoni alla testa come un bel campanello d’allarme. Oggi l’unificazione tra gli stati nei continenti, domani quella del mondo, “un governo, una banca, un esercito”.