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Posts Tagged ‘sindrome’

Da quando esiste la scrittura il mondo ci ha lasciato in eredità i pensieri di molte persone. Persone che in base al loro vissuto e alle regole che hanno governato la loro società hanno lasciato, tra le altre cose, delle massime arrivate fino ai giorni nostri. Ma la coscienza delle persone cambia nel tempo, non necessariamente in meglio o in peggio. È quindi possibile ritrovarsi a sentire delle frasi, di grandi persone del passato, che in base al Nostro vissuto non condividiamo appieno.

In una comune conversazione può capitare che una qualche citazione vada ad arricchire le tesi esposte dall’interlocutore. In questo caso, mi è capitato di vedere come il nome dell’autore diventasse una specie di passepartout per le tesi esposte. Cioè, ho notato come se nascesse una specie di sudditanza difronte al nome dell’autore della frase citata.

La cosa bella, è che questa reazione la si può riscontrare non solo in colui che ascolta, ma ancor più spesso in colui che parla. Cioè, il fatto di fornire argomentazioni a favore della propria tesi citando frasi di una persona colta e stimata per le sue conoscenze, lo fa sentire quasi invulnerabile a qualsiasi antitesi. Infatti, difronte al dissenso da parte dell’interlocutore nei confronti della citazione e quindi anche dell’espositore, potrà facilmente far assumere un velo di stupore a colui che espone la tesi.

Per aggirare questi ostacoli già da un po’ di tempo ho cominciato a sostituire il nome dell’autore con un generico “C’è chi ha detto…”. In questo modo ho notato un miglioramento nella conversazione, riscontrando un vincolo meno forte rispetto a prima, lasciando più libere le menti degli interlocutori, facendo in modo che ognuno potesse esprimere al meglio il suo pensiero senza problemi reverenziali.

In questo modo si aggira anche un altro ostacolo forse più pericoloso di quello citato prima. Non è insolito trovare qualcuno che selezioni i suoi pensieri in base a classificazioni di vario genere (per esempio politico). Quindi, se questa persona identifica il nome citato con una delle sue classificazioni, è facile che disapprovi la logica della frase se dovesse risultare nella “blacklist“.

Per una conversazione basata sul confronto, quindi, sarebbe il caso di valutare anche questa cosa, magari citando solo alla fine della conversazione gli autori.

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La sindrome di Stoccolma è una condizione psicologica nella quale una persona vittima di un sequestro può manifestare sentimenti positivi (in alcuni casi anche fino all’innamoramento) nei confronti del proprio rapitore.
Viene talvolta citata anche in riferimento ad altre situazioni simili, quali le violenze sulle donne o gli abusi sui minori e tra i sopravvissuti dei campi di concentramento. [wiki]

Provate ad immaginare questa sindrome  su migliaia e migliaia di persone, si arriverebbe al punto che non si riesce più a capire chi è il vero “cattivone”.

Per riuscire a spiegarmi meglio vi racconterò una storiella inventata di sana pianta:

C’era una volta uno scarabeo stercorario di nome Smerd. Smerd come da sua natura, accumulava sempre delle palline di cacca per costruire il suo regno. Con il passare del tempo, Smerd si fece nuovi amici che, come lui, raccoglievano sempre molta cacca.

Smerd era uno scarabeo astuto, riusciva con le sue parole ad aggirare le cicale e le formiche facendole lavorare per lui.

Le api, vedendo Smerd approffitttarsi di altri insetti, cominciarono a svolazzare mostrando alle cicale e alle formiche quello che stava accadendo.

I risultati ottenuti dalle api furono davvero deludenti. Infatti, dopo aver informato tutti gli insetti, le cicale non credettero a nulla di quello che gli era stato mostrato, mentre le formiche pur capendo le violenze subite , dirette ed indirette, difendettero Smerd dalle accuse delle api dicendo loro che tutti infondo fanno un po’ i furbi e che comunque di lui si fidavano.
FINE
(Ogni riferimento a fatti e/o persone è puramente casuale.)

Con questa storiella (inventata) si può avere un esempio di come un gruppo consistente di esseri viventi (formiche) possano subire un condizionamento psicologico a seguito di una violenza prolungata nel tempo “fino all’innamoramento” del proprio aguzzino.

Ebbene sì, la Sindrome di Stoccolma può avere efftti devastanti nella sua ultima variante che va appunto a colpire le masse.

Se non siete molto convinti che tale sindrome possa colpire facilmente una persona, tantomeno un gruppo consistente di persone, vi lascerò visionare un documentario uscito non molto tempo fa.

Ditemi quel che volete, ma questa è una chiara Sindrome di Stoccolma Multipla! …Povere formichine…

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