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A volte quando si sentono delle battute (o frecciate) e, per capirle, bisogna davvero essere al passo con i tempi o ancor più difficile: esser al passo con i tempi passati.

Ho visto l’intervento, di 52 minuti, di Benigni a Sanremo dal nostro “più o meno” fidato Youtube:

Al minuto 2:53 fa una battuta che non credo abbiano capito proprio tutti. La frase che dice, più che una frecciata è un vero e proprio dardo se si riesce a collocarla nel giusto contesto.

Infatti la frase: “[…] ero in albergo – c’è una cavallo per lei – mi ricordava qualcosa questa, bene bene bene, poi scendo ed era un cavallo veramente! […]” la si può facilmente collegare ad un’intervista che fu rilasciata da Borsellino ad un paio di giornalisti.

In questa “famosa” (virgolette d’obbligo visto che non son sicuro quanto sia veramente famosa) intervista si parla dello “stalliere” Mangano che tratta la compravendita di “cavalli” e “magliette”, da leggersi come eroina.

Quest’intervista la potete vedere anche su youtube oppure la potete avere grazie a questo link megaupload.

L’immobilità delle persone nella sala quando è stata fatta questa battuta, mi fa pensare a due cose.

La prima cosa che mi è venuta in mente è che, come dicevo prima, non tutti magari avessero mai sentito quell’intervista o che magari non se la ricordassero in quel momento.

La seconda cosa che mi è saltata alla mente è che, alcuni di coloro che hanno capito il riferimento possono aver fatto anche un collegamento successivo, non so, qualcosa tipo: cavalli(eroina) → stalliere(Mangano) → padrone dello stalliere(Berlusconi).

Un ragionamento simile a quello sopra può causare tre reazioni:

  1. Risata amara;
  2. Amarezza per la tristezza della situazione;
  3. Fastidio per l’ennesimo attacco a “colui che crede di essere ciò che non è”.

Impossibile dire come abbiano reagito i presenti. Sapendo che c’erano i dirigenti Rai in sala, posso immaginare che nel caso in cui l’avessero capita, la loro reazione possa essere un misto delle tre sfociando in un pensiero tipo:”Cavolo speriamo che almeno queli vicini a lui o lui stesso non la capisca!”.

Se questo colpo, per quanto potente, è andato a vuoto una piccola rivinciata ce l’anno concessa Luca&Paolo al finale del festival 🙂 :

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La prima cosa che mi verrebbe da dire a proposito di questo film è: Ve lo consiglio, però non guardatelo!

Proprio così, mi è difficile dire se sia un film bello o meno, o meglio: mi è più facile dire che è bello dopo qualche giono che l’ho visto. Questa frase mi riporta a una frase che ho sentito in un’intervista ad un pornoattore nel programma Il testimone di mtv.

In questa intervista Franco Trentalange dichiara tra le altre cose:

Li per li, non mi sembra quasi ad essere stato io a fare sesso con lei. Quando torno in albergo, a casa, il giorno dopo, due giorni dopo; ripenso a quello che ho fatto, e dico: ‘Ah cavolo! Ero davvero io.’. Si può dire mi masturbo?! Mi masturbo, ed il vero cumshot lo faccio in quel momento li, cioè il vero godimento mentale avviene allora. [minuto 02:21]

Non dico che mi ha tolto le parole di bocca, ma il concetto c’è. Non so per cosa sia dovuto forse ad alcune scene un po’ ridicole del film un po’ trash se vogliamo, ma effettivamente il bello del film non è tanto la pellicola in se, ma ciò che lascia in chi lo vede.

Un modo diverso per vedere una delle sinfonie considerata il fondamento della musica del 900.

Curioso, credo sia il termine che più gli si addice al film di Baricco. Infatti, se siete in vena di vedere un film dalla trama scontata o ricolmo di scarse battute (film tipo quelli di Vin Diesel o i vari film di Natale di Boldi, De Sica & Co) allora ve lo sconsiglio vivamente. Se invece volete provare a vedere qualcosa d’insolito soprattutto, come ho detto prima, vedere una diversa prospettiva, allora diventa davvero un film da vedere. Con questo non voglio dirvi che per forza dopo un giorno o due il film vi piacerà, ma se non altro avrete buttato via un’ora e mezza della vostra vita in maniera leggermente diversa 🙂

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