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Posts Tagged ‘democratura’

Probabilmente qualcuno di voi ha già sentito parlare del referendum elettorale nella terza domenica di votazioni consecutiva, ma data la scandalosa decisione che è stata presa per la data, non potevo non fare eco a questa notizia.

Sono due le date possibili in cui poter votare questo referendum il 7 giugno e il 14 giugno. L’obbiettivo del referendum è cambiare l’attuale legge elettorale figlia di un padre privo di ogni remora nel chiamarla con il suo vero nome.

Come oramai sanno tutti, viviamo in un periodo storico economicamente instabile. Sperperare non è mai una buona cosa, specialmente se i soldi non sono tuoi. Farlo in momenti come questi fa affiorare un’incoscienza profonda e una mancanza di rispetto nei confronti di tutte quelle persone che, con le loro ore di lavoro rubate alla vita privata, portano avanti la speranza di poter migliorare le proprie sorti.

Il 7 giugno, come ormai si sà, ci saranno le elezioni europee ed amministrative. Una mente con un senso logico ingloberebbe in questa data anche il referendum elettorale, ma a quanto pare non abbiamo molti cervelli al governo con questo tipo di idea. Infatti, le votazioni per il referendum verranno fatte il 14 giugno.

Alcuni economisti hanno scritto un articolo su Lavoce, nel quale fanno una stima di quanto ci verrà a costare la scelta di far votare il referendum il 14 giugno invece che il 7.

Quattrocento milioni di euro, ecco quanto costerà, forse in lettere non rende bene: 400.000.000€ !!

Tutto questo, almeno è quello che mormorano i mal pensanti, per stancare la gente a forza di elezioni ed impedire così il raggiungimento del quorum necessario per convalidare il risultato del referendum (a volte pensando male ci si azzecca però).

Si parla tanto di sicurezza, si vanno persino a raccogliere gli spiccioli ai morti (mi riferisco ai conti dormienti), ma non si riesce a vedere che con sole due decisioni derivanti dalla disonestà dei reggenti (il cambio del sistema di voto alla camera prima, e lo slittamento della votazione del referendum ora) ci sono già costati 800.000.000€, quasi un miliardo di euro! Con una cifra simile la polizia locale non dovrebbe centillinare la benziana nei serbatoi delle auto e la sanità potrebbe rinarsi lei stessa.

Su questo sito avrete la possibilità di ascoltare la conferenza stampa del comitato referendum elettorale che, se anche può risultare un po’ lunga, vi consiglio di ascoltare.



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Secondo la valutazione del presidente Rai «Michele Santoro ha di nuovo messo il servizio pubblico radiotelevisivo a disposizione di Beppe Grillo; il quale, dagli schermi della Rai ha rivolto insulti inconcepibili e privi di qualunque giustificazione al presidente della Repubblica. Fonte

Ma guardiamo bene il dibattito finale tra Travaglio e Sgarbi, chi è quello che regala insulti? quello che s’arrabbia e non fa parlare civilmente gli altri?

Anche se in un programma fosse stato messo a disposizione il servizio radiotelevisivo a Grillo (comico) dove sarebbe l’errore? visto che i restanti giorni a tutte le ore il servizio radiotelevisivo è a disposizione di colui che avete votato tutti in coro?

L’unico programma serio rimasto in una televisione monopolistica dell’informazione e vanno anche a criticarlo? mettetevi apposto dai!

..Un white-rabbit che non sà dove andremo a finire..

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È tempo di elezioni. Come accade sempre tutti a votare, come volessero affermare, difronte a tutti e anche a loro stessi, che la “ideologia” dell’andare a votare il “meno peggio” sia l’unica strada percorribile. Ma una domanda io voglio farla. Visto e considerato che l’Italia, per quanto vogliano illuderci con il famoso “Made in Italy” e cazzate varie, va sempre più a fondo, che non sia proprio a causa di questa voglia irrefrenabile di andare a votare il “meno peggio”?

Ho paura però che non sia tutto qui. Questo “meno peggio” nasconde dell’altro. Il fatto che la gente, in realtà, dei politici che vanno a votare non sanno proprio un cazzo! Quello che (forse) sanno è di quale schieramento fanno parte, cioè destra o sinistra e decidono se votare a destra o a sinistra in base all’eredità lasciatagli dai padri o assorbita dai luoghi di residenza.

La mia precisa sensazione è che chiunque utilizzi il termine “meno peggio” lo faccia solamente per tentare di nascondere la sua profonda ignoranza in materia cercando così di rifugiarsi nei luoghi comuni. Provate voi stessi a fare due domande alla persona che usa l’affermazione del “meno peggio” riguardanti il politico votato. Sono pronto a scommettere quel che volete che si limiterà a riformulare, in base alla sua capacità linguistica, le stesse frasi dette dal candidato nell’ultimo periodo della campagna elettorale e magari, se si dovesse trovare a corto di argomentazioni, screditare i diretti concorrenti.

Io oggi ho fatto il mio dovere di cittadino responsabile nei miei confronti e delle future generazioni. invece di andare a votare mi sono messo ad apprendere. Non voglio sentirmi dire da nessuno:”Il diritto e dovere di tutti i cittadini è di andare a votare!”. Il diritto e sopratutto il dovere di ogni cittadino è di protestare, anche pacificamente magari astenendosi, contro tutto quello che ritiene ingiusto! Non voglio neppure sentirmi dire:”Se non vai a votare farai solo il loro gioco.”, perchè il loro gioco è quello di tenerti legato al sistema del voto così che resti legato a loro. Accettando di andare a votare un partito, sapendo che la legge elettorale è anticostituzionale, che nel partito o magari nell’alleato del partito al quale vuoi dare la tua fiducia, vi sono persone, che in un paese civile in questo preciso istante sconterebbero la loro pena in galera, darei automaticamente il mio consenso a tutto questo. Cioè, entrando a far parte dei loro “giochi” accetterei implicitamente pure le loro regole e questo lo ritengo inaccettabile!

Dobbiamo cominciare a capire con cosa e con chi abbiamo a che fare. Dobbiamo cominciare a sapere e sopratutto ad aver voglia di sapere!

La storia ci insegna che il popolo medioevale o rinascimentale per quando fosse al di fuori dei discorsi politici, una volta che si sentiva messo alle strette (dalle troppe tasse e dalle troppe ingiustizie), faceva diventare il forcone il mezzo di comunicazione del malessere popolare nei confronti della politica corrotta.

È tempo toglierci di dosso tutti i luoghi comuni che ci portiamo dietro.

È tempo di dare dei dispiaceri a tutti coloro che cercano di imbrigliarci con stupide “frasi fatte” e qualche gioco di prestigio.

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