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Ieri sera, assieme a white-rabbit, ho avuto il piacere di partecipare ad un’incontro in cui il relatore era un dipendente della banca etica.

Ora voi vi chiederete: Cos’è la banca etica?

Bella domanda… eh, non lo so! O meglio, posso dirvi solamente che è una banca che a differenza delle altre investe in cose “eticamente corrette” (tipo aziende che non commercializzano armi o che rispettano l’ambiente). Per maggiori info andete sul loro sito, infondo il mio lavoro non è di certo il promoter.

La serata è iniziata con una lunga introduzione su come sono nate le banche, chi le ha fatte nascere e dove sono nate..devo ammettere che per la prima ora ho potuto osservare a lungo il colore del pavimento e dei muri della stanza 😐

Il resto della serata lo si è passato parlando dell’etica che è stata persa nelle banche e che adesso deve ritornare.

pinocchioDurante l’esposizione, sia io che white-rabbit abbiamo notato delle affermazioni totalmente false o comunque prive di senso etico, del tipo: ” […] lo stato dovrà stampare molte più banconote […] ” cosa totalmente falsa e forviante per chi ascolta, visto che sono le banche centrali private a stampare denaro; ” […] la banca, se ha uno, ha la possibilità di prestare dieci […] “, la famosa riserva frazionaria, solo che anche qui, non mi sembra molto etico avere la possibilità di prestare denaro che non si possiede, per il codice civile sarebbe truffa!

Quattro sono state le domande poste alla fine della serata al relatore.

La prima domanda, da parte di un anziano signore, non ricordo cosa chiese ne tanto meno ciò che gli fu risposto.

La seconda domanda, da parte di un ragazzo dichiaratosi un dipendente di una banca, chiedeva cosa ne pensasse a proposito della possibile crisi degli stati che potrebbe esserci tra poco. Il relatore ha risposto che tutto l’ambiente era ormai marcio… di più non ricordo 😦

(Forse non ci crederete, ma l’abilità di divagazione del relatore era straordinaria, riusciva a parlare per più di venti minuti per rispondere ad una domanda e poi non si riusciva a capire la vera risposta.)

La terza domanda, da parte di una donna dichiaratasi anch’essa dipendente di una banca, chiedeva cosa potesse fare un singolo cittadino per far cambiare le cose rendendole un po’ più etiche (l’ho un po’ parafrasata).
spesaIl relatore ha affermato che un cittadino singolo non può fare molto, e che dovrebbe riuscire ad aggregarsi ad un gruppo, ma che comunque individualmente può fare delle scelte, cioè: ogni volta che va a fare la spesa, li ha potere di voto. In base a ciò che si sceglie di comprare o anche in base alla banca in cui sceglie di andare, li dai il tuo voto favorevole per quel tipo di prodotto o di azienda.

La quarta ed ultima domanda è stata la mia:”Sa dirmi, o dirci, di chi è la proprietà della moneta?”. Dopo 3-4 secondi di attesa, il relatore risponde:”Ah ho capito dove vuoi andare a parare, vuoi parlare del signoraggio!”. Infine risposta è stata che la proprietà della moneta è di chi la fabbrica. Quando gli ho fatto notare che, visto che quella serata era improntata sull’etica, non mi sembrava affatto etico lasciare ad un’ente privato (Bankitalia prima, BCE adesso) la capacità di gestione della moneta in uno stato e quindi anche l’assoggettamento dei cittadini ad essa, e che tutte le cose che ha detto fin ora sono tutti dei palliativi visto che il marcio vien molto prima. Allora mi ha risposto che il signoraggio bancario è più una cosa ideologica e che non bisogna basarsi troppo sulle ideologie.

Ma cos’è l’etica se non un’idea comune a tutti di cosa è giusto fare?

Si insomma: non comprare i cereali della Nestlé va bene, ma non toccatemi il sistema bancario.

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