Anzitutto vorrei sfatare il mito che la sera prima degli esami bisogna riposarsi per essere lucidi il giorno dopo. O meglio, ciò può essere vero per chi prepara l’esame un mese prima e i giorni antecedenti allo stesso deve solo ripassare, ma chi prepara l’esame i 3 giorni precedenti è meglio che studi – di brutto – anche la sera prima dell’esame.
Mia sfortuna volle che la sera prima di questo esame – in particolare – c’era la partita dell’Italia, e chi ha studiato?
La mattina dell’esame è sempre tragica. Sei andato a letto alle 2 e alle 8 la sveglia suona, ti alzi cercando di capire chi sei e sopratutto perché sei. Dopo realizzi che è il giorno dell’esame e sfrutti anche la mezzora per cercare di ripassare di tutto e di più, risultato? caos totale.
Decisione giusta prendere la macchina e avviarsi all’università, circa 40 minuti dopo – se va bene – arrivi. Entri e ti dirigi verso l’aula dove devi affrontare l’esame. È mai possibile che ogni volta entro da un ingresso e l’aula dell’esame è esattamente dal lato opposto?
È giunto il momento di sedersi, guardarsi attorno, adocchiare l’unica ragazza presente in aula. Bella tipa, sicuramente non è della facoltà d’Informatica. Tralascio tutti i commenti che la mia mente ha elaborato guardando quel bel visino e il corpicino con tutti gli attributi al loro posto.
Arriva la professoressa, 5 minuti di ritardo giustificati dicendo che l’orologio in aula è avanti di 5 minuti e quindi lei è in orario. Ci consegna i compiti in tutta fretta e si comincia.
Uno sguardo veloce ai vari esercizi per scoprire se sarò in grado o meno di effettuare il compito, un esercizio in particolare coglie la mia attenzione e la mente elabora un “porca puttana” dettato dal fatto che quell’esercizio proprio non so come si svolga, ma ci penserò in seguito.
Iniziamo a fare il compito partendo dagli esercizi su cui non si deve pensare, come si presenta un problema si lascia a dopo e si prosegue il compito. Alla fine si ricontrolla ciò che è stato fatto – onde evitare errori di distrazione – e poi si inizia a pensare ai problemi. Si risolvono i più ma ne resta sempre qualcuno. Come risolverli? un po d’inventiva.. Si ripassa localmente tutta la teoria studiata e si scrivono quattro righe cercando di dare una soluzione logica. Io ormai mi sono specializzato nell’inventare le risposte degli esercizi e leggendoli sembra veramente che sappia le cose, ma non so perché se li leggono i prof. mi sgamano subito.
Tempo scaduto, bisogna consegnare. Speriamo bene e si esce dall’aula.
Ora arriva il momento più bello di tutta la giornata, esame finito, non serve a niente ripensarci, quindi perché farlo. Possiamo salire in macchina, la radio suona le nostre canzoni preferite a tutto volume, abbiamo tutto il pomeriggio libero per fare ciò che ci aggrada, senza lavoro e senza esami a cui pensare. 🙂
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